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Soldati perduti. La crisi dell'esercito e dell'impero coloniale francese 1947-1962

[Lost Soldiers. The French Army and Empire in Crisis - 1947-1962], traduzione a cura del Gen. Fortunato Amico


Firenze, Sansoni, 1967, Attualità storica Sansoni, 11
cm 22.7x14.8, pp. XVI-479-(1) con 2 cartine nel testo, brossura illustrata con alette
Unica edizione. Ottimo esemplare >>>

€ 25
INDICE GENERALE

Presentazione dell'edizione italiana    IX
Prefazione    XV

Parte Prima: Gli inizi    3


         1. Introduzione: Le Forze Armate nella Francia eterna e nella Francia mutevole    5
         2. Le angosce de «La Grande Muette»    17

Parte Seconda: Indocina    37


         3. La «Sale Guerre»: Il quadro di fondo    39
         4. La «Sale Guerre»: Politica    66
         5. La «Sale Guerre»: Il nemico    92
         6. La «Sale Guerre»: Pacificazione e rispondenza empirica    110

Parte Terza: Meditazione    127


         7. Ricetta per l’azione: «La Guerre révolutionnaire»    129
         8. Azione psicologica: la «Settima arma»    152

Parte Quarta: Algeria    171


         9. La guerra che non poteva essere perduta: Il quadro di fondo    173
        10. La guerra che non poteva essere perduta: Operazioni    201
             Appendice: Tortura    236
        11. La Festa di Algeri    247

Parte Quinta: Algeria e oltre    279


        12. La guerra rivoluzionaria nella «Métropole»    281
        13. Sulle barricate    303
        14. Le angosce de «La Grande Bavarde»    343

Parte Sesta: Liquidazione    367


        15. Una spada da spezzare    369
        16. Il tempo del Flagello    395
        17. Epilogo: l’Esercito, lo Stato e la Nazione    430
        18. Poscritto: «Il grande balzo in avanti» di de Gaulle    447

Bibliografia    457
Articoli e documenti    461
Indice dei nomi    467
"Una volta che lo Stato e la Nazione abbiano scelto il loro cammino, il dovere dei militari è tracciato. All'infuori di questo solco, non vi sono, non possono esservi, se non soldati perduti".
Queste parole, pronunciate da De Gaulle a Strasburgo il 23 novembre 1961, dinnanzi a 80 generali e 2000 ufficiali concludono il dramma dell'Esercito francese

- «... il più bell'Esercito francese che la Francia abbia avuto dai tempi di Napoleone» (de Gaulle, 1957) - travolto dalla politica incerta e tortuosa di instabili governi nella crisi dell'Impero coloniale francese che, discostandosi ancora una volta dalla sua tradizione di obbedienza, aveva tentato inutilmente di arrestare.

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